Un po’ di storia …
Come Noi assume la gestione del progetto OCARR (Opération Centre Artisanal Rural de Rwanda), nato nel 1973, da una coraggiosa missionaria laica di Torino, Ines Carignano, che partì per il Rwanda (il paese delle mille colline) per unirsi a Suor Emma Bertola, missionaria di Torino.
Centinaia di ragazzi e ragazze ricevono una formazione professionale nei centri per l’artigianato rurale e forniti degli attrezzi base per un lavoro autonomo a fine corso. I centri di Musange, Busoro, Sahere vengono dotati anche di piccoli macchinari e quello femminile spostato a Nkubi viene ingrandito. Nel 1983 la direzione dell’OCARR viene assunta da Mons. Forissier, missionario francese che li gestisce con l’aiuto di alcuni salesiani e dei “fratelli” e “sorelle” della congregazione locale da lui fondata.
Negli anni i centri, seguiti a distanza e con visite da Stefano Longo, proseguono la loro attività, attraversando anche difficoltà di gestione. Mons.Forissier è sempre molto impegnato con la sua missione pastorale e nel 1990 sopravvivono solo due centri affidati alla JOC (Jeunesse Ouvrière Chretienne) e agli Scout. Li visita Carlo Carlevaris che cerca di indirizzarli nei programmi ma presto vengono presi in gestione dall’Association de Scout de Rwanda che avvia anche dei progetti rurali a Ruwengeri, Rokore e Runondo, sempre nella regione di Butare. Gli Scout accolgono tanti ragazzi e ragazze, li organizzano nello studio e nel lavoro e il loro capo, Ananie Bizimana è molto attivo. Da Torino li segue il bravissimo Edo Rabajoli.
Fin dal 1991 nascono dei focolai di guerriglia interna tra gli Hutu e i Tutzi, guerriglia che cresce e nell’aprile 1994 esplode nella FOLLIA della guerra. E’ il genocidio che causerà oltre un milione di morti. I centri vengono devastati e distrutti e gli istruttori uccisi.
Mons. Forissier visse in prima persona l’inferno del genocidio e rientrerà malato in Francia solo a fine luglio. Ricorderà quei terribili mesi con noi a Torino vent’anni dopo. Fummo tutti scioccati.
Ananie, capo ma anche uomo forte e risoluto, raccoglie una ventina di suoi scout e li guida a piedi attraverso la foresta fino al Burundi, da dove chiede aiuto alle associazioni scout europee. Anche Franco Sibille e Giuliana Casassa, capi scout e membri di Come Noi, ricevono il suo appello. Si mobilitano e attraverso gli scout tedeschi riescono a far mandare un aereo di soccorso umanitario che li preleva a Dar el Salam e li porta a Bruxelles.
Ananie sarà nostro ospite al Natale Come Noi del novembre 1994 per raccontarci gli orrori ma anche per parlarci di speranza. Negli anni successivi si cercherà di far ripartire i centri distrutti ma gradualmente dobbiamo abbandonare il progetto.
Ma non ci arrendiamo e 14 anni dopo, dall’incontro con Père Patrice Ntirushwa, nasce il Centro Exodus – Istituto di Accoglienza e Formazione Professionale nella diocesi di Byumba a Nyagatare.
Con il suo aiuto, si inizia la costruzione del Centro e Come Noi finanzia la “sala polivalente” che di giorno ospita la scuola e di notte i ragazzi. Viene finanziata la costruzione di un serbatoio da 50.000 litri di acqua piovana e la gestione della scuola che nel 2013 accoglie 246 ragazzi e ragazze.
Nel 2013 i primi 34 ragazzi/e finiscono il loro corso di studi (falegnami, saldatori carpentieri, elettricisti, muratori, parrucchiere, maglierista, taglio e cucito) e ad ognuno di loro (o a un gruppetto) vengono dati gli attrezzi per esercitare il loro mestiere nella società.
Introduzione – l’incontro con il Rwanda di Franco Schiffo e Annalisa Martelli